Questa bella canzone del 1979 racconta di una storia dolce e semplice, quella di una ragazza giovanissima (va ancora a scuola) che sta per diventare mamma; a parlarle è il suo ragazzo e pare del piccolo, anche lui giovanissimo. Dalla voce di uno solo della coppia il cantautore riece a raccontare le sensazioni che entrambi vivono in questo particolare momento della loro vita, sembra che vivano con svagatezza e incosicenza, ma non ritengo che tutto ciò sia per forza un male: infatti leggendo bene, se Sara deve affrontare le prese in giro delle compagne di scuola perché non entra più nel banco e la madre particolarmente preoccupata per la situazione della figlia, il lui in questione vorrebbe avere più tempo da dedicare alla compagna ma non ha soldi perché sta ancora studiando all’università e deve prima laurearsi.
Verso la fine della canzone però i problemi sembrano appianarsi proprio sentendo vivere la creatura in arrivo nel grembo della madre.
Fin da piccola è sempre stata una delle mie canzoni preferite, tant’è vero che spesso mi sono chiesta: sarà stato maschio o femmina il bambino? Come si sarà chiamato/a? Che tipo di genitori saranno stati Sara e il fidanzato?
Patologico…mi rendo conto. Ma quando sei uan ragazzina sola e vessata ti attacchi a qualunque cosa.
Tra l’altro Sara sarebbe proprio il nome di una mia ipotetica figlia…;). Ma è una coincidenza, non lo faccio per la canzone. Però mi paice l’idea che una mia ipotetica figlia possa pensare un giorno di avere il suo nome associato a una canzone così bella…
Piccola nota storica: quando uscì la canzone nel 1978, si era in piena battaglia per il referendum sull’aborto e le femministe accusarono Venditti di aver fatto questa canzone per sostenere la campagna contro l’aborto, cosa smentita dal cantante dato che la canzone non c’entrava nulla con la campagna referendaria….dove non va a parare certa gente!
Sara, svegliati è primavera.
Sara, sono le sette e tu devi andare a scuola,
Sara, prendi tutti i libri e accendi il motorino
e poi attenta, ricordati che aspetti un bambino.
Sara, se avessi i soldi ti porterei ogni giorno al mare,
Sara, se avessi tempo ti porterei ogni giorno a far l'amore,
ma Sara, mi devo laureare, e forse un giorno ti sposerò,
magari in chiesa, dove tua madre sta aspettando per poter piangere un po'
Sara, tu va dritta non ti devi vergognare,
le tue amiche dai retta a me lasciale tutte parlare,
Sara, è stato solo amore, se nel banco non c'entri più,
tu sei bella, anche sei vestiti non ti stanno più.
Sara, mentre dormivi l'ho sentito respirare,
Sara, mentre dormivi ti batteva forte il cuore,
Sara, tu non sei più sola, il tuo amore gli basterà,
il tuo bambino, se ci credi nascerà
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